Ho ideato Gol Reporter per tornare indietro. Per rivivere un percorso duro ma allo stesso tempo meraviglioso, unico: la strada verso il giornalista sportivo. Sì, vero, nulla a che vedere con il ‘fare il calciatore’, ci mancherebbe, ma state sereni: scrivere di calcio è senza subbio il lavoro più bello del mondo. Ed è una figata pazzesca. Ti alzi quando vuoi (a parte in estate col mercato). Giri. Mandi sms. Corri. Esatto, stai in forma, per credere provare ad andare a ‘fare’ una partita in tribuna stampa a San Siro: pubblichi al volo il pezzo, scendi in sala stampa per la conferenza, vai a mangiare dal paninaro, torni al parcheggio (magari con una bella multa) e poi provi a volare a casa della fidanzata per dimostrarle che non pensi solo al calcio. Bella vita, già. E poi i primi servizi speakerati, le pagelle, i tesserini, gli accrediti, le ospitate, il ‘so tutto io’ e la questione di stile. Perché se hai scelto di partecipare a Gol Reporter, allora hai uno scopo bene preciso: passare dalla teoria alla pratica nella maniera più concreta possibile. Qualcuno ti dirà: ma sei sicuro sia la strada giusta? Bella domanda, vero. In fondo l’aspirante giornalista pensa: mi basta un PC, scrivere un po’ di idee sulla prima in classifica, ‘sparare’ due metafore, romanzare un po il flusso di parole e via. Tac. Firmi il pezzo ed è fatta. No, fuori strada. Perché quel principiante da tastiera andrà in contro ad una sconfitta bella tosta. Pesante. ‘Va bene Edo, ma quindi qual è la strada da imbroccare per iniziare questa avventura da povero pennivendolo?’ Una e una sola: la semplicità. Che non è solo quella della lingua, ma è sudore invisibile. Fatica costante. Pensiero. Talento e passione. Perché quello che scrivete, e come lo scrivete, può rivoluzionare la vostra vita. Sì, pochi fronzoli, qui si va dritti al punto. Gol Reporter è un’esperienza ottimista, e che si farà in quattro per trasmettervi tutto quello che ha passato. Cosa? Delle belle rotture di palle. E non quelle che rotolano sul prato verde, insomma: ci siamo capiti. Gol Reporter, oltre all’arte della scrittura, vi fornirà mezzi che là fuori non vi insegnerà nessuno. Niente università, genitori, amici o fratelli. Questo corso, ed io, ti avvieremo verso quella magica professione che non per colpa tua ti sembra così impossibile da perseguire. In pratica, ci sporcheremo le mani per te. E sai perché? Perché noi l’abbiamo già fatto: bussando a mille porte, tracciando piccoli sentieri scivolosi, ricalcolando il percorso, beccando insulti, sfruttamenti e false illusioni. Bene, a te questo non capiterà: o meglio, avrai gli strumenti e le possibilità per partire subito forte. Un po’ come il giovane attaccante della Primavera che all’esordio tra i grandi entra e fa doppietta. Merito del suo talento, certo, ma anche di quell’impavido allenatore che più di tutti ha creduto in lui. E Gol Reporter per te sarà proprio il maestro che hai sempre desiderato per realizzare il tuo sogno. Ma non sarà facile, sia chiaro. Ah, ve lo dico, cari ragazzi: qui non si sgarra. I bulli dell’ortografia non la faranno franca. I fuorilegge della sintassi non scapperanno senza lasciar traccia. E i vandali della linguistica non faranno danni. Alcuni, di nuovo, vi diranno: quante storie dai, ognuno scrive come vuole. Tanto basta avere un po di idee e… ‘E cosa? Il pupazzo di neve?’ Insomma, un concetto su tutti deve essere chiaro: scrivere bene si può, e non è neppure così difficile. L’importante, però, è riconoscere chi scrive male, chi disprezza la semplicità della punteggiatura, e regolarsi di conseguenza. Assieme. Step by step. Da aspiranti a veri e propri giornalisti sportivi, pronti per lo sbarco in un sito nazionale.
Ci siamo, questa era l’introduzione. Adesso bisogna essere concreti e passare ai fatti, fino alle notizie. Belli sul pezzo. Il programma è questo: partiremo dagli errori. Smaschereremo i reati di chi sbaglia. Di chi deruba l’italiano. E così, in gran segreto, vi presenterò il Crudele Decalogo dell’Anti Giornalista: esattamente quello che voi non dovrete mai fare. Dalla vostra, in più, avrete un gran vantaggio: quando le redazioni vi apriranno la porta voi non scivolerete. Saprete come muovervi, con classe. Prima di capire come scrivere il pezzo perfetto sul personaggio della domenica, però, imparerai il mestiere di scrivere. Di raccontare i fatti con scioltezza. Semplicità. Ah, studierai: costruirai quelle basi che probabilmente non hai mai avuto. Colmerai quelle lacune che ti facevano prendere 4 nei temi, darai forma al tuo pensiero, i tuoi SMS si faranno più fighi e le tue lettere di presentazione saranno finalmente chiare. Pulite. Individueremo poi i misfatti dei ‘finti editorialisti’, di coloro che si specchiano sui propri testi come un’adolescente prima di andare in discoteca a limonare. Dopodiché capiremo perché continuiamo testardamente a commettere certi errori. Robe gravi eh. E allora via con gli antiossidanti per sconfiggere ‘il mal da congiuntivi’, le H (sì, c’è qualche giornalista che sbaglia ancora il verbo avere) i periodi lunghi quanto la maratona di New York e molto altro. E poi i refusi, ovvero gli errori di battitura-distrazione: ed è lì che si riconosce un campione della penna. Perché un conto è scrivere e pubblicare al volo il pezzo della finale di Champions League, un’altro è mandarlo online completamente liscio. Ma tranquillo, imparerai anche ad utilizzare gli acchiappa refusi, uno strumento esclusivo pensato apposta per te. Solo a quel punto allora potrai apprendere i segreti per fare questo mestiere con successo. Imparerai che aneddoti e curiosità saranno i veri potenziatori dei tuoi pezzi. Scoprirai come dosare i dati e le statistiche, capirai che la ‘cronaca’ è tanto essenziale quanto pericolosa e saprai scattare in stile Bolt. Perché attacco e chiusura sono la vera parte centrale del pezzo: il primo è il componente che suggerisce all’utente se continuare a leggerti o no, il secondo è quello che lo invoglierà a seguirti di nuovo. Fino al pensare al titolo perfetto per ogni circostanza, semplicemente quel micro testo con la funzione di presentare al pubblico tutto l’essenziale del tuo pezzo. Più corto è meglio è? Niente spoiler, fra poco lo scoprirai. E poi i lanci e gli headline per i social media del sito per cui scriverai, ma attenzione a non confonderli con i social network (ci arriveremo). Perché questa è un’officina. Un laboratorio di penne, tasti, parole, idee, valori e sostanza. Questa è farina che si assembla. Panna che monta. Semplicemente, il nostro scopo sarà ridare un senso alla lingua e farcela amica per quello che sarà il lavoro di tutti i giorni. Insomma, senza tirarla lunga, il corso Gol Reporter ha un obiettivo (mi raccomando, con una e una sola B) conclamato: aiutarvi a scrivere in maniera efficace. Che cosa? Ovvio: articoli sportivi, pezzi di calcio servizi, scalette, sfoghi editoriali e puttanate (sì, parleremo anche di come usare le parolacce. Ovvero mai, o quasi). Non solo, perché la tecnica non cambia: imparerai a scrivere mail-tesi-saggi brevi-dediche-sms e cartoline. Questione di stile, già. Insomma, qui – partecipando a Gol Reporter – imparerai a scrivere come si deve. E lo farai per la tua vita. E solo a quel punto, poi, ti si illuminerà la strada per diventare giornalista sportivo. Adesso però abbiamo detto troppo, è il momento di entrare in campo: palla al centro, si comincia!
MA PRIMA DI INIZIARE IL CORSO: COME SI DIVENTA GIORNALISTA SPORTIVO?
‘Frequentando il tuo corso e dimostrando di essere il migliore?’. Beh, è giusto essere sinceri: la risposta alla tua domanda è sì. O meglio, anche. Peccato però che Gol Reporter esista da poco. Certamente è un nuovo ed efficace percorso per diventare giornalista oggi, e fra poco lo scoprirai. Ma prima della sua venuta, cosa diamine doveva fare un aspirante giornalista? Bella domanda, già. Per mamma e papà dovevi andare all’Università, giustissimo. Se non hai ancora 25-6 anni è assolutamente una strada buona, ma di sicuro non sufficiente per raggiungere il tuo scopo. Non basta. Può essere una buona base, certo, però poi? Sì, studi qualche libro di comunicazione-storia del giornalismo e fai qualche laboratorio, bene, peccato che nessuno ti spieghi come diavolo scrivere il profilo di un giocatore o pubblicare al volo le pagelle, o pensare sotto pressione ad un lancio social top. Oppure prendi le interviste: è raro che, frequentando la santissima Scienze di Comunicazione, tu possa andare da una società di Serie A o Serie B a provare a scrivere qualche one to one esclusiva (ESCLUSIVA è una brutta parola -odiosa – fra qualche pagina ti spiegherò il perché). ‘Vabbè Edo, allora dopo l’università faccio il Master, così divento Professionista e poi faccio lo Stage in Redazione’. Ottimo, se hai da parte non pochi soldi (ne devi avere tanti), e soprattutto devi avere un sacco di tempo: praticamente altri due anni. Insomma, hai capito cosa penso dei Master: lasciamoli ai ricchoni. Altre opzioni, ne abbiamo? Ovviamente sì, ma dipende da te. Chiaro, dovrai sbatterti, ma forse un modo per partire in pole position c’è. Scopriamolo assieme, con Gol Reporter.